Aperitivo Delle Cose #3: Bitcoin e Blockchain

Aperitivo Delle Cose #3: Bitcoin e Blockchain

Ospiti del terzo aperitivo delle cose: Riccardo Prodam e Matteo  Biella di Unicredit, Marco Vitale di Block srl, Riccardo Casatta di  Eternity Wall.

Matteo Biella: Cos’è la Blockchain? E’ un  database distribuito e replicato: l’opposto rispetto ai database comuni  (di solito interni all’azienda) che vengono gestiti da un intermediario  nel caso più aziende debbano accedervi. Di fatto con la Blockchain,  quando vi sono più soggetti, ognuno ha una copia del database che  risulta distribuito e replicato tra tutti. Le copie ovviamente devono  essere allineate e garantite dal software della stessa. Perchè il nome blockchain? Perchè i dati sono organizzati in blocchi, gruppi di informazioni sulle  transazioni ed ognuno è legato al precedente. Da questo deriva il nome  “catena di blocchi”. L’esempio più conosciuto di implementazione sono i  Bitcoin (NB. la blockchain è la tecnologia, il bitcoin è  un’implementazione). Il Bitcoin è una cryptocurrency, il dato nella  blockchain è quante unità della btc ognuno ha. Quando la gente scambia  la moneta, nel database viene memorizzata la tranzazione da A a B ecc. Quali sono i vantaggi? Primo vantaggio è togliere gli intermediari perchè il software stesso e  il protocollo la gestiscono; poi non c’è bisogno di verificare che le  copie siano allineate ed infine l’immutabilità dei dati (per via della  catena). E’ impossibile modificare i dati e corrompere la struttura (a  meno che non ci siano bachi nel software). Limiti? Scalability e  performance per il numero di dati e la velocità delle transazioni.  Questione privacy: tutti hanno una copia di tutto, bisogna trovare il  modo di ofuscare certi dati.

Esiste un importante consorzio di 42 banche europee, americane e  asiatiche: DLG (distrubited ledger group) con a capo la società  americana R3 che ha lo scopo di lavorare sulla blockchain e definire gli  standard. E’ impensabile avere una sola blockchain in futuro, ma magari  ce ne saranno un tot invece cha n-mila. L’obiettivo è cooperare e  condividere opinioni per arrivare alla blockchain 3.0 per il futuro. A  medio termine si pensa alla blockchain per il mondo finanziario/bancario  ma non solo, aperto ad altri settori. Un altro importante consorzio è  quello della Linux Foundation in cui R3 è entrata a far parte (la  blockchain per definizione non prevede players da soli).

R3 è suddiviso in diversi working groups: uno è solo per la  regulation e non prevede che le banche utilizzino criptovalute, non sono  interessati alla criptovaluta ma alla tecnologia sotto. Paradossalmente  la blockchain che è nata per disintermediare le banche ora le vede al  centro dello sviluppo. Tutti i casi d’uso della blockchain passano prima  per la valutazione dei regulators. Un use case in ambito finanziario  può essere il cambio di valuta con una rete blockchain invece che il  cambio tradizionale che deve passare per una rete di banche  intermediarie aggiungendo costi di transazione.

Riccardo Casatta: Eternity Wall è una startup basata  sulla blockchain di Bitcoin per salvare messaggi e renderli eterni ed  incensurabili. Una sorta di twitter che salva i dati nella blockchain.  Gli utilizzi sono multipli tra cui la notarizzazione dei documenti per  certificare tramite l’impronta (hash) l’esistenza degli stessi in un  certo momento. Tutte le volte che si scrive qualcosa nella blockchain si  effettua una transazione in ambiente bitcoin corrisponde al pagamento  di una certa commissione ai minatori che validano le transazioni. Una  singola transazione può certificare una grande mole di dati.

Marco Vitale: Block srl ha creato una blockchain privata in ambito food per tracciare i prodotti agroalimentari. Perchè una blockchain privata e chiusa? La FoodChain sarà aperta ma i dati avrenno un protocollo particolare e  closed source che in seguito potrà essere aperto a terzi. Sono previsti 3  layer: 1) dati sul cibo completamente accessibili al pubblico, 2) dati  condivisibili tra due aziende e 3) dati privati delle aziende per il  controllo qualità. Qualsiasi informazione che il produttore vuole  rendere disponibile viene salvata per essere a disposizione del  consumatore tramite un qr code.

Riccardo Prodam: con il gruppo di Ricerca e  Sviluppo, Unicredit sta lavorando molto sulla tecnologia blockchain per  il futuro. I problemi sono di privacy, timing, latenza e algoritmica.  Per la privacy stanno cercando di creare un dialogo tra ledger diversi.  Normalmente la blockchain ha un unico ledger: è possibile far parlare  due ledger di due blockchain diverse? Stanno sviluppando un inter-ledger  per connettere due catene blockchain e farle dialogare. Un esempio può  essere quello di due banche che devono scambiare dati senza far leggere  tutto il contenuto della propria catena una all’altra. Un progetto  dell’R&D è il realtime decision stack: opensource con crypting,  streaming, privacy. Tra due tre anni ci sarà un’immissione nel mercato.  La parte software sarà opensource mentre quella hardware sarà segreto  aziendale. Un caso pratico è l’impiego nelle auto che si guidano da  sole: come dialogheranno? Normalmente una macchina automatizzata come  può essere quella di Google/Tesla genera 7PetaByte in un giorno. Il  problema principale è nella trasmissione ed immagazzinamento. Come si  trasmettono i dati dall’auto alla casa madre o alle assicurazioni? La  blockchain può essere utile per assicurare che il dato non sia  modificato. Di conseguenza c’è un altro problema: la latenza per cui la  blockchain attuale non è adatta. Stanno prototipando una blockchain  opensource con velocità sotto il secondo con migliaia di transazioni per  far comunicare la sensoristica con un sistema centrale. Si parlerà di  nuovi business come le assicurazioni “real-time insurance” dove il  prezzo dipenderà dalle condizioni della propria macchina ma anche dalle  macchine che si stanno muovendo intorno e dal dialogo con la futura  cartellonistica stradale.

Casi più estremi: la NASA vuole utilizzare la blockchain per regolare  il traffico aereo dei droni rispetto al traffico tradizionale, dunque  come protocollo per verificare la trasmissione e la posizione dei droni  (difficili da localizzare via radar) anche tramite il timestamp.

Perchè una banca fa tecnologia? La banca com’era 30 anni fa  non esiste più e si sta evolvendo: le banche sono interessate (Unicredit  è stata tra le prime banche ad aprire un R&D) a nuovi business e  giovani talenti.

Grazie all’opensource e alla contaminazione con altre realtà possono  nascere idee nuove e sinergie fondamentali per la digitalizzazione e la  crescita della banca.

Come si fa a maturare competenze Blockchain? All’inizio c’è  stato un grande hype e poi come tutte le cose sono rimasti seduti al  tavolo i tecnici. Sicuramente le università ne parlano, non è banale né  semplice ma stanno nascendo diverse startup.

C’è spazio per tutti?